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    "Alireza Mirsepasi, Oriente e Occidente in consapevolezza d'arte."
    Di Umberto Putzu

    Per l'artista iraniano Alireza Mirsepasi: "l'arte deve rispecchiare il presente, facendo proprie acquisizioni che spaziano dalla teoria dei frattali alla fisica quantistica. Conoscere le ultime scoperte scientifiche può aiutare a scoprire nuove percezioni visive e... la pittura non può che rispecchiare questa realtà". Con queste parole entriamo nella dimensione di un'artista testimone del nostro tempo che sintetizza le geometrie astratte d'oriente con gli impulsi della nostra contemporaneità, in una continua metamorfosi di tratti pittorici decisi e palpitanti colori. Per farci vivere nuove dimensioni del mondo...nelle sue multiformi sfumature d'amore. La sua pittura spazia in un continuo gioco d'informale primordialità astratta e sono diversi gli accostamenti possibili da Basquiat a Mirò, Klee, Kandinsky fmo ai fraseggi fumettistici di Topor. Ma i riferimenti a artisti e tecniche, sono ovvi in un artista formatosi nella consapevolezza della genesi e degli sviluppi dell'arte contemporanea, di cui la contaminazione tra oriente e occidente è voluta cifra di crescita culturale. Con Reza l'arte come dimensione del presente ritorna a mettersi in gioco, per spessore stilistico, ricchezza di segni e forme d'arcana immediatezza. Sorprendente l'interesse dell'artista per la scienza contemporanea specie alla luce delle più recenti scoperte che hanno messo in luce che le immagini delle cupole medioevali islamiche ricordano le "tassellature" geometriche utilizzate per spiegare alcuni fenomeni. della fisica, come la teoria delle stringhe. Nel mondo islamico come in quello dei Greci, il principio della perfezione geometrica ha portato alla creazione di modelli estetici applicati all'architettura e all'arte. Ma mentre per i greci la geometria era un mezzo per realizzare la rappresentazione figurativa sia del mondo degli dei che di quello umano, per i mussulmani la geometria è sia il mezzo che il fine: vera e propria astrazione geometrica. Una stranissima e sorprendente somiglianza con la teoria delle stringhe in cui, il mondo stesso, è descritto in termini di pura geometria. Anche in Reza la ricerca di segni e colori di pura geometria. Anche in Reza la ricerca di segni e colori porta a un dinamico equilibrio dato da impressioni geometriche dal fascino ipnotico. Geometrie che proprio nella loro molteplicità danno un senso di unità: l'unità data dalla complessità del molteplice. I colori, prevalentemente a olio, nelle loro combinazioni esprimono una continua espansione di luce tra tonalità accese, avvolgenti, contrastanti, per far affiorare cangianti atmosfere. La ricerca dell'artista procede per continui accostamenti di variazioni tonali: dal rosso primario di Magenta "rosso scarlatto" al "lacca di garanza rosa" per planare nel "corallo rosa di parma" e virare in "rosso scarlatto". Tra le opere si rincorrono diversi blu: dal "blu di Parigi" al "blu pavone" per dissolversi nell'assoluto vortice del "nero" solcato dal "violetto di Parma", vibrante in "azzurro manganese" e il "grigio perla" si fonde tra l' "incarnato" e il "blu d'oriente". Nelle opere affiora una forte trama compositiva che si svolge in un paradigma di continuo stupore, come vero e proprio "work in progress". Reza domina e controlla il suo stile pittorico, in un dinamico laboratorio di ricerca tra labirintici contrappunti: tematici, di colori e d'insieme, in tocco di agile tratto artistico. L'artista, pur esprimendosi fondamentalmente in forma astratta, riesce nell'insieme di segni e colori a esprimere una rappresentazione che pur nei suoi enigmi, vive in una decisa ricerca della narratività.